sabato 17 settembre 2011

Non mollano: Tav e corridoio verde per il Brennero?

Se una cosa sbagliata e che "puzza" viene nascosta dietro una bella siepe verde diventerà giusta e non puzzerà più?  
In forma più elegante: Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo (W.S da Romeo e Giulietta).

Questo è il problema centrale ed il trucco che si è tentato di "mettere in piedi" con la conferenza:
 “Corridoi verdi nella Rete TEN” organizzata da Arge Alp e Piattaforma Corridoio del Brennero  a Trento il 6-7 settembre 2011.

In poche parole si tenta di mascherare la Tav dentro un corridoio verde.

Quindi parliamo di un modello di opere pubbliche ottimale, inserite in un  territorio a basso consumo di superficie e con la massima attenzione per il paesaggio e la qualità della vita dei cittadini.

Ma tutto questo che c'entra con la Tav. 

Nulla perché quest'opera non solo è enormemente costosa,  devastante per l’ambiente,
ma ormai è superata ed obsoleta.

Come abbiamo potuto costatare, in questi anni, le cose sono profondamente cambiate e se l'idea, ipoteticamente plausibile, d'una Tav europea poteva essere valida 20 anni fa, ora sarebbe solamente l'ennesima opera inutile, simulacro della stupidità o immoralità  dei  politici italiani

Parlo al plurale di politici e non solamente del governo Pdl e della Lega Nord perché anche il Pd e l'Italia dei Valori hanno sempre avuto una posizione ambigua e favorevole a quest'opera.

Durante la conferenza di Trento, sono emerse cristalline  le reticenze e le contraddizioni e quanto falsa può essere un ipotesi Tav+corridoio verde, quando viene utilizzata per mascherare delle opere ormai riconosciute inutili, costose e causa di danni sia ambientali che economici.
Perché sia chiaro, quest'opera che dovrebbe passare per il Brennero, non ha le coperture necessarie e creerebbe altri  debiti in una situazione come quella odierna di profondissima crisi, con l'Italia è a rischio recessione.
Durante la conferenza si sono “gettate” cifre civetta, mai confortate da dati verificabili  e se l’intenzione di ridurre il traffico su gomma è condivisibile non è chiaro, né per i relatori né a nessuno in Italia, come possa avvenire e se ci sarà, mentre ciò che è emerso in questi anni è una naturale riduzione del traffico su gomma e su ferrovia visto il radicale cambiamento che sta avvenendo nell’economia e nei trasporti europei, dove la Tav arriverebbe tra 15 anni e sarebbe completamente inutile.

Si continua a parlare di Tav senza considerare dove queste opere verranno inserite, quindi senza parlare d’un progetto complessivo del trasporto merci e persone, dove la situazione in Italia è drammatica e  sta peggiorando giorno per giorno…taglio dopo taglio.

Intere linee ferroviarie vengono eliminate perché considerate non più remunerative ed i servizi locali vengono ridotti e resi volutamente inefficiente, mentre proprio le linee transfrontaliere che portano merci e persone verso il nord Europa sono completamente sottoutilizzate.

Quindi prima di tentare di costruire opere inutili e prive di copertura, che avranno bisogno di decine di anni per essere realizzate, bisogna far funzionare e rendere efficiente quello che già esiste come rete ferroviaria.

C02
Uno dei punti sottolineati in favore della Tav e sbandierati è la  forte riduzione delle emissioni equivalenti in anidride carbonica, ovviamente questa affermazione si dimentica dello studio del Ministero dell’Ambiente (ricordato il 6 settembre) che quantifica tale riduzione solo al 10%, il quale rimane teorico perché se teniamo in considerazione la qualità d’energia per costruire quest’opera avremmo un aumento  e non una riduzione totale di CO2.

In ogni caso per determinare un decremento del traffico su gomma bisogna approntare un vero progetto perché il rischio già verificatosi in altre situazioni e che le nuove opere, prive delle infrastrutture correlate  non saranno realmente utilizzate.

La conformazione dell’Italia costituita in buona parte da zone collinari e montane ha bisogno d’un progetto globale e non di corridoi che ormai non si sa realmente dove e cosa dovrebbero portare.

Un nuovo modello di Produzione

La crisi che tutta l’Europa sta vivendo ed il continuo aumento dei derivati del petrolio imporrà  ed obbligherà il cambiamento della produzione e l’idea che bisogna raccogliere le arance in Sicilia per poi con la Tav  mandarle in Germania e trasformarle in succo per poi spedirle con la Tav  a Pantelleria ineluttabilmente dovrà essere cancellata.

Chi ci giuadagna

L’affare Tav è enorme, specialmente e come il solito per i costruttori e loro amici politici e quindi è facile capire perché la classe politica non molla anche di fronte l’evidenza di fatti.
Difatti il “Commissario straordinario di Governo per le opere di accesso e la galleria di base del Brennero”, Fabris, ha ripetuto più volte che per l’Italia i costi della galleria ammontano a 4,5 miliardi dimenticando di aggiornarli al 2011, trascurando altre stime ufficiali (per es. quelle della Corte dei Conti e del Governo dell’Austria) che parlano di 12 miliardi sempre per l’Italia. Per le tratte di accesso Sud, poi, i costi dichiarati da Fabris sarebbero di 4,2 miliardi mentre lo stesso Allegato Infrastrutture dell’ottobre 2010 li valuta in 8,21 miliardi e le stime indipendenti li valutano in circa 19 miliardi a prezzi 2007 per le sole infrastrutture.

Il Governo

Il Commissario dichiara anche quello che sappiamo da tempo, che tutte le risorse necessarie sarebbero direttamente o indirettamente pubbliche poiché i capitali privati non si impegneranno mai nelle infrastrutture ferroviarie.

Quindi in questa conferenza non si è parlato realmente di Tav, ma d’una montagna di miliardi che i contribuenti italiani dovranno pagare con le tasse ed i cui benefici, per gli italiani, sono completamente aleatori, visto che al termine di quest’opera non solo i costi saranno decuplicati ed il disastro ambientale certo ed irreversibile, ma noi tutti saremmo già diventati nonni e forse bisnonni ed ovviamente sui binari ormai inutili della Tav,  costruiremmo i nostri orti piantando pomodori ed insalatina.

Se non fosse successo, durante la conferenza di trento, nessuno ci crederebbe…perché si è parlato ostinatamente della necessità d’un corridoio  Berlino-Palermo (necessità per chi?), che  nella proposta di bilancio Europa 2020 della Commissione UE presentata al Parlamento il 29.6.2011 cambia numero e direzione, diventando il corridoio 5 Helsinky-Stoccolma-Valletta, a Napoli devia verso Bari, continua con un impensabile servizio traghetti verso Malta, lascia fuori la Sicilia e l’ormai improponibile ponte sullo Stretto di Messina.

Quindi siamo difronte alla totale follia d'una politica troppo coinvolta peronalmente e negli affari per poter fare un passo indietro ed accettarer che quell'opera è inutile, dannosa e completamente superata dalle nuove evoluzioni economiche e sociali dell'Europa.


FERMIAMO LA TAV

Democraticamente  i gruppi No TAV del Trentino  nel pomeriggio del 6 settembre sono stati presenti con un presidio a piazza Dante ed un volantino “TAV corridoio verde? No, buco nero!”, mentre carabinieri e polizia facevano la guardia in rapporto 1:3 rispetto ai partecipanti in sala,  questo indica chiaramente che mentre la verità non ha bisogno di nulla per manifestarsi e non può mai essere nascosta, le bugie devono sempre essere nascoste, mascherate da corridoi verdi e protette “dalle forze armate”.


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