mercoledì 13 giugno 2012

ULSS Quante ne servono? A chi servono?

L'annuale discussione in provincia di Belluno di quante ULSS sono necessarie e quanti ospedali devono essere aperti o chiusi sembra non finire.
 
Facciamo un ragionamento guidato.
 
Malattie come il cancro, la diabete, l'ipertensione, ictus, infarto ecc. sono sempre più diffuse, come se fossero delle vere e proprie malattie epidemiche, ma com'é ovvio queste non sono malattie da contagio ma frutto d'una situazione sociale, alimentare ed ambientale che invece di preservare e lavorare per la salute dei cittadini...ci fa ammalare.

In questo situazione, di sempre maggior allarme, il ruolo dei farmaci e della loro reale efficacia deve essere preso ben in considerazione, altresì deve essere completamente rivisto e cambiato il ruolo del medico di base e degli ospedali.

Se il consumo dei farmaci cresce in termini esponenziali ed il numero di malati, cresce ogni anno il sospetto che lo scopo del farmaco non sia guarire ma arricchire le multinazionali potrebbe essere giustificato.

1.531 € é la spesa sostenuta dalla regione Veneto per ogni cittadino residente.

Non male e sicuramente questo aumenterà il PIL e le multinazionali del farmaco, le
aziende e gli opedali privati saranno felicissimi...ma noi cittadini siamo felici della nostra salute e delle prestazioni ricevute?

Fare un piano regionale sulla sanità senza mettersi dalla parte del cittadino e senza mettere in discussione che significa guarire, prevenire le malattie e mettere in moratoria il potere delle case farmaceutiche, significa solamente peggiorare la situazione per trasformare la sanità pubblica in sanità privata dove chi  é ricco potrà curarsi e chi è povero aspetterà tempi migliori.

Nel periodo 2007-2010 i cittadini hanno dovuto pagare 30,6 miliardi di euro (+8 %) per curarsi privatamente
Le spese per la sanità in Italia - secondo la Relazione Unificata sull’Economia e la Finanza Pubblica 2010 -  ammontano nel 2009 a 116,2 miliardi di euro. Di questi, 38 miliardi di euro per il personale (33%) e 73 miliardi di euro (63%) per consumi intermedi, compresi i farmaci. La spesa per la sanità è il 23,3% del totale delle spese del settore statale nel 2009.

Nel 2010 ci sono state oltre 1 miliardo e 300 milioni di prestazioni sanitarie, circa 22 a testa, oltre 12 milioni di ricoveri, per un totale di 76 milioni di giornate di degenza in un anno.
A fronte di ciò la spesa sanitaria corrente è costantemente cresciuta negli ultimi dieci anni, passando da 52,2 miliardi di euro nel 1996 a 116,2 miliardi nel 2010. 

Il consumo farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ospedali, ASL, IRCSS), ha superato i 30 miliardi di dosi, di cui il 70% a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Sono alcuni dei dati segnalati dal Rapporto OsMED dell’Istituto Superiore di Sanità.  

Nel 2007 ogni italiano ha consumato 525 dosi di farmaci.

Secondo il Rapporto i farmaci del sistema cardiovascolare, con oltre 10 miliardi di DDD (dosi giornaliere), rappresentano in assoluto la categoria più utilizzata, con una copertura da parte del SSN di oltre il 94%.

Cause di morte in Italia
Le prime due cause di morte negli ambosessi sono le malattie cardiovascolari (30%) e i tumori (29%), che rappresentano 7 morti su dieci complessive.
Lo stile di vita è la causa  del 25% dei decessi delle persone tra 35 e 65 anni è attribuito allo stile di vita non salubre. Lo rileva il rapporto del ministero. L'inattività fisica è la pigrizia incidono sul 5% dei decessi (circa 28 mila morti ogni anno in Italia). Tra i comportamenti più a rischio resta elevato il numero di decessi causati dalla sigaretta e dal fumo di tabacco, circa 70 mila decessi ogni anno soltanto in Italia.
Le malattie professionali in Italia. Nel 2007 sono giunte all'Inail oltre 28 mila denunce di malattie professionali, pari ad un incremento del 7% rispetto all'anno prima. Crescono i casi di ipoacusia (sordità), tendiniti, patologie muscolo scheletriche e malattie respiratorie.
 
I dati del PIT Salute sono illustrati da Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato: "La principale preoccupazione dei cittadini è la sicurezza dei servizi sanitari, nella quale rientrano i presunti errori diagnostici e terapeutici.
Crescono le infezioni nosocomiali.
Si è aggravato il problema delle liste di attesa.
Nell'area materno-infantile c'è un peggioramento di presunti errori di diagnosi e terapeutici nella ginecologia, nella pediatria, crescono le liste di attesa di ginecologia e ostetricia. Rapporto 2010 sono state analizza 66.712 segnalazioni, che sono state lette alla luce di cinque diritti: diritto alla sicurezza (al primo posto nei 14 anni con il 28% delle segnalazioni, in diminuzione nel 2009 con il 24%), diritto all'informazione (25% nel periodo 1996-2009, 22% nel 2009), diritto all'accesso (20% nel periodo 1996-2009, 21% nell'ultimo anno) diritto al tempo (10% nel trend 1996-2009, in crescita nel 2009 che fa registrare il 15%) e diritto all'umanizzazione (8% nel periodo 1996-2009, 9% nell'ultimo anno)".
Sul versante sicurezza, aumentano di nuovo le segnalazioni di presunti errori medici, soprattutto in oncologia e ortopedia, e continuano ad aumentare le infezioni ospedaliere: "Al triste vertice della classifica della insicurezza vi sono le segnalazioni sui presunti errori che nel 2009 hanno raccolto il 74% delle segnalazioni, suddivisi in terapeutici (49,5% nel 2009, +1,4% sul 2008 e +2,5% sulla media 1996-2009) e diagnostici (24,5% nel 2009, +5% rispetto al 2008 e +1,5% rispetto alla media storica). 

Ma tutto questo si potrà migliorare con buona amministrazione e senza cambiare la medicina e la sanità?

Dobbiamo continuare a chiudere gli occhi e lasciare nelle mani delle multinazionali il nostro futuro?

Possiamo quindi parlare di salute, sanità ed ospedali senza chiederci in che modo dobbiamo curare i malati?


TRASPARENZA ULSS 2 STIPENDI 

  
PER VEDERE COMPENSI DIRIGENTI VA:
http://www.ulssfeltre.veneto.it/Piani/Trasparenza/CompensiDirigenti.pdf


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