Come ogni anno nella ricorrenza dell'Epifania e nei primi mesi dell'anno, si rinnova quel rito millenario della "luce", per mezzo di grandi falò. La luce che scaccia le tenebre...la luce che scaccia l'inverno e la mala sorte. Ovviamente, se questo rito propiziatorio è legato con la parte più profonda, vera ed antica della nostra cultura è altrettanto vero che non tutti i falò...anzi non tutte le "frasce" dei falò sono uguali. Pertanto se le "frasche" o sterpaglie provengono da potature di giardini, dall'agricoltura e dal far legna di zone o coltivazioni non trattate quei falò saranno veramente della buona fortuna, se inverce il materiale proviene da coltivazioni intensive, meleti intensivi, vigne intensive trattate con fitofarmaci quei falò saranno veramente un attentato alla nostra salute ed all'ambiente.
Di seguito la denuncia del WWF di Villorba sul pericolo "Falò - Fitofarmaci"
Comunicato stampa Refrontolo 08.01.2011
OGGETTO: Bruciare all’aperto potature pericolose produce una situazione di allarme sanitario
Con la festa del Primo dell’Anno e dell’Epifania, con l’accensione dei falò ed il rogo della vecia che simboleggia l’anno appena trascorso, sono stati bruciati molti quintali di scarti delle potature ed altri materiali assimilati, assieme alle numerose sostanze chimiche pericolose utilizzate in agricoltura come i pesticidi, i quali bruciati assieme alla biomassa producono le diossine e micro polveri dannose.

Ciò è attestato dai dati scientifici che il sito ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) pubblica con assiduità periodica sulla qualità dell’aria che tutti noi respiriamo.
A tale proposito, per esempio, la stazione di rilevamento automatico di Conegliano-TV ha reso noto dei dati scientifici particolarmente significativi, riferiti alle giornate dell’1, 5 e 6 gennaio 2011, espressi in quantità di polveri sottili (PM 10) presenti in atmosfera, misurate in microgrammi per metro cubo d’aria monitorata, e come tali particolarmente insidiose per il nostra apparato respiratorio.
La normativa che disciplina la materia prevede in particolare che non possa essere superato il limite giornaliero dei 50 microgrammi per metro cubo di aria, con una frequenza annua che deve rimanere inferiore ai 35 episodi di tale livello.
Dal monitoraggio eseguito dall’ARPAV si ricava che a Conegliano, da valori di circa quaranta microgrammi di inizio anno, quindi sotto il massimo accettabile, si è passati all’1 gennaio a 57 microgrammi e ben 142 della vigilia dell’Epifania e quindi a 229 il giorno dopo, quando la soglia di rischio è individuata per legge oltre il valore di cento. A Mansuè il 6 gennaio si è raggiunto addirittura il valore criminale di 594 microgrammi per metro cubo di PM10.
Pertanto i dati così riportati evidenziano una oggettiva situazione di allarme sanitario ed impongono una seria riflessione da parte di tutti i Sindaci che per legge hanno l’obbligo giuridico di prevenire, arginare ed anche scongiurare queste fonti aggiuntive di pregiudizio per la salute collettiva, in base anche all’articolo 32 della Costituzione.
Inoltre qualsiasi combustione all’aperto delle biomasse, secondo le linee guida sul corretto smaltimento delle biomasse della provincia di Treviso e della Regione Veneto, è illegale e sanzionabile.
Sarà quindi necessario che i Sindaci, almeno per il prossimo anno, adottino in forma preventiva degli adeguati provvedimenti, sotto forma di ordinanze sindacali, al fine di evitare che, ai soliti agenti atmosferici inquinanti di origine urbana ed industriale, se ne aggiungano altri, e questo succede annualmente, provocati da una deliberata ma anche poco ragionata scelta umana.
Nel nome della tutela della salute e della biodiversità.
Gianluigi Salvador
Referente energia e rifiuti WWF Veneto
Movimento per la Decrescita Felice
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