domenica 30 gennaio 2011

Vergogna. I giovani industriali  vogliono il Nucleare

Dobbiamo, ringraziare  Gianluca Vigne, past president dei Giovani industriali del Veneto, che all’incontro organizzato dall’Associazione Liberal ha affermato che il nucleare sarà la “forza del futuro”. Chissà per quale alchimia gli industriali invece di produrre nuove idee e nuovi progetti per l’ennesima volta guardano al passato sperando, che sarà la finanza pubblica con le tasse dei cittadini, a risolvere i problemi degli industriali. Gli industriali, giovani e vecchi, non soddisfatti da 60 anni di finanziamenti a fondo perduro (chissà dov’è il rischio d’impresa?) pensano che riducendo i costi, compresi quelli ovviamente dei lavoratori, si potrà uscire dalla crisi, snocciolando dati di insigni scienziati che ormai contano ben poco di fronte ad una realtà che è alla portata di tutti ed è mondiale.
L’energia atomica non è né economica né del futuro.
Il famoso e decantato reattore finlandese, in costruzione da qualche anno sotto la guida di Areva, con  tecnologia simile a quelle che dovrebbero essere utilizzate in Italia, ha più di tre anni di ritardo sui tempi programmati – i lavori dovevano essere terminati nel 2009, mentre invece il costo dell’investimento è nel frattempo lievitato dai 3,0 miliardi di euro iniziali ad almeno  6,0 miliardi.
Negli USA siamo passati in 10 anni da 2 miliardi di dollari a 10 miliardi di dollari per reattore e chi pagherà in Italia questi costi? Ovviamente sempre effettuando tagli alla sanità, scuola ed hai servizi sociali?
Ma ovviamente questo non preoccupa Gianluca Vigne come nemmeno il fatto che dal 2001 ad oggi il prezzo dell’uranio è decuplicato, nel 2001 una libbra costava 5 dollari ad oggi varia attorno ai 50 dollari come non preoccupa che la Russia e gli USA sono costretti al disarmo nucleare, per recuperare proprio l’uranio delle testate nucleari, visto che la produzione mondiale di questo minerale è  inferiore quasi del 30%, rispetto la richiesta del mercato, quindi di uranio ce ne sarà sempre meno e costerà sempre di più.

In tutte queste osservazioni non abbiamo parlato della pericolosità di avere una centrale nucleare davanti casa e dove dover stoccare le scorie radioattive…ma forse in termini democratici i “giovani industriali” pensano che si farà come in Francia, che le scorie sono coperte da segreto militare e quindi….si potranno nascondere in qualsiasi buco, senza che i cittadini possano dire la loro?

Se concordiamo dell’assurdità dei costi dell’energia elettrica in Italia, Gianluca Vigne dovrà concordare con noi che le responsabilità dei governi degli ultimi 30 anni hanno il loro peso, come è stato decisivo il colpevole comportamento di tutti gli industriali italiani che hanno pensato al loro “orticello” piuttosto che fare realmente squadra in difesa del made in Italy, anche per quello che riguarda i costi dell’energia.

Altrerì fa riflettere se compariamo quanto detto da Gianluca Vigne con quanto affermato da Silvia Dal Cin  (Presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Treviso - 19 marzo 2010)

 “La crisi che stiamo vivendo contribuisce a ridefinire profondamente le priorità dei nostri sistemi economici, costringendoci a riflettere sui limiti del modello di sviluppo tradizionale….Questa riflessione ci impone di ripensare la nostra idea di innovazione mettendo a fuoco nuovi vincoli e nuove opportunità. In questa prospettiva, l’ambiente assume un ruolo essenziale non tanto come limite alla crescita ma, prima di tutto, come opportunità per una diversa qualità dello sviluppo delle imprese”

Quindi in che mondo vive Gianluca Vigne?

La crisi, è stata creato dal vostro modello di sviluppo economico-finanziario e non si risolverà certamente con ciò che ne è stata la causa o facendola pagare i costi ai cittadini e lavoratori.

Voi industriali prima di tutto avete un debito con noi cittadini italiani, Vi abbiamo finanziato le Vostre fabbriche (a fondo perduto)  per avere più occupazione…invece siamo in una continua crisi che dura da 30 anni e l’occupazione e la ricchezza (dei lavoratori) è in caduta libera, tutto questo significherà pur qualcosa?

La più grande fonte, a basso costo, di energia è la tecnologia, ad impatto zero,  è il risparmio energetico quindi prima di chiedere ancora “soldi”  forse è arrivato il tempo che gli industriali investano in idee, ricerca  e nella scuola e smettano di piangersi addosso. Smettete di considerarvi degli “alieni e stranieri” a questa società e iniziate a preoccuparvi, non solamente del futuro delle vostre aziende, ma anche dove vivono i vostri famigliari e collaboratori e quale sarà un futuro dell’Italia.

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