mercoledì 27 luglio 2011

Il governo Berlusconi contro l’acqua pubblica Pugliese

Il Governo Berlusconi contro l'acqua pubblica, su proposta del ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto, ha impugnato la legge con la quale la Regione Puglia aveva reso pubblico l'Acquedotto pugliese.
Il Consiglio Regionale della Puglia, all’indomani del referendum popolare del 12 e 13 giugno ha approvato definitivamente la legge di ripubblicizzazione dell’Aqp, ente che era stato trasformato dodici anni fa in società per azioni con un decreto legislativo del governo di Massimo D’Alema.

Per l'assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati si tratta di un atto di guerra contro tutti i pugliesi: "Il Governo nazionale - ha accusato - preferisce impugnare una legge regionale emanata nel rispetto della volontà dei cittadini italiani espressa col referendum, piuttosto che intervenire esercitando i suoi poteri legislativi per riordinare la materia nel senso indicato con la consultazione popolare". La Puglia presenterà opposizione e sarà la Corte Costituzionale  a decidere.

Di seguito

COMUNICATO REGIONE PUGLIA

"Siamo i primi in Italia che legiferano sulla gestione pubblica del servizio idrico, dopo la consultazione referendaria. Queste sono battaglie che valgono una vita politica e spero che il mio
impegno possa aver posto in evidenza il tentativo di onorare la carica che ogni giorno esercito". Questo il commento dell'assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati subito dopo l'approvazione da parte del consiglio regionale della legge sulla “Gestione del servizio idrico integrato, che istituisce l'Azienda pubblica regionale “Acquedotto pugliese - AQP”. "Ora - ha detto Amati - non resta che attendersi il meglio dai passaggi che il futuro ci porrà dinanzi, ma in ogni caso il seme e' stato gettato. Ringrazio tutti i colleghi consiglieri regionali per l'attenzione che hanno prestato all'argomento ed in particolare consiglieri di maggioranza ed il gruppo dei moderati e popolari". Nel corso della discussione in aula, Amati ha detto: "Oggi, alla luce del risultato referendario, il quadro normativo all'interno del quale si inserisce la legge sulla ripubblicizazzione di AQP e' profondamente cambiato, consentendoci l'affidamento della gestione del servizio idrico integrato a soggetti giuridici pubblici. Il popolo italiano ha infatti abrogato una norma illiberale, ovvero l'articolo 23 bis, che rendeva obbligatoria la gestione del servizio idrico integrato ai privati, in contrasto con i sistemi di libertà che offrono la possibilità di scegliere tra gestione pubblica e privata. Vorrei richiamare all'orgoglio questo consiglio regionale perché consumiamo oggi una giornata storica. Approvando questa legge, infatti, riportiamo in Puglia la proprietà totalitaria di Acquedotto pugliese, per il quale in tanti hanno combattuto, perdendo in alcuni casi anche la vita. Con l'acquisizione delle quote della regione Basilicata si chiude il cerchio di un'operazione storica che ha avuto inizio nel 2004. L'Acquedotto pugliese torna ad essere della Puglia e dei pugliesi. In questo momento l'Acquedotto pugliese e' in grado di vantare performance aziendali eccellenti, tanto che le perdite (fisiche ed amministrative) sono passate dal 61,46% del 2003 al 45,83% del 2010, con un utile che e' passato da 500 mila euro nel 2005 ad oltre 36 milioni del 2010, mentre gli investimenti hanno raggiunto quota 200 milioni di euro, a fronte di quelli del 2005 che ammontavano a 45 milioni. Aumentano gli investimenti a fronte di una diminuzione delle spese di consulenza, che si sono dimezzate dal 2005 ad oggi(4,8M € nel 2001 - 2,2 M € 2010), così come e' nettamente diminuito il numero dei dirigenti (54 nel 2001 - 33 nel 2010). Tutto questo senza considerare la "vicenda Bond". Quando le cose vanno bene e' bene dirlo, non c'e ' nulla di male ad ammetterlo. A fronte di performance di questo tipo abbiamo deciso di modificare comunque l'assetto dell'affidamento per il semplice fatto che nel 2018 scadrà la concessione della gestione a favore di Acquedotto pugliese. Il 2018 si traduce in politica con il termine "domani", per cui abbiamo il dovere di prepararci tempestivamente. Le motivazioni che ci spingono ad approvare questa legge non sono certo quelle tipiche di un sognatore o di un affabulatore, ma sono solo ed esclusivamente di natura tecnica". La legge si ispira a principi generali secondo cui l'acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita e la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile, nonché all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono diritti inviolabili e inalienabili della persona umana, diritti universali non assoggettabili a ragioni di mercato. La legge approvata prevede dunque l'affidamento del servizio idrico integrato in Puglia ad un'azienda pubblica regionale, che ha l'obbligo di reinvestire l'80% degli avanzi netti di gestione nelle attività migliorative dello stesso servizio. Per garantire a tutti i cittadini pugliesi la disponibilita' e l'accesso all'acqua potabile come diritti inviolabili e inalienabili della persona umana, nei limiti degli stessi avanzi di gestione, si prevede l'alimentazione di un fondo per garantire il diritto all'acqua a tutti i cittadini pugliesi; e' prevista dunque l'erogazione gratuita di un quantitativo di risorsa idrica, che avverrà secondo principi che terranno conto delle fasce di consumo e del reddito. Lo statuto di AQP verra' approvato dalla Giunta e adottato dal Consiglio regionale. L'azienda pubblica AQP verra' gestita con criteri atti ad assicurare trasparenza e informazione nei confronti dei cittadini, prevedendo altresì un organismo rappresentativo dei lavoratori, delle associazioni ambientaliste e dei consumatori, anche in rappresentanza dei comuni della Puglia. L'amministratore unico verra nominato dal presidente della Regione, sentita la Giunta regionale, che scegliera' tra professionisti con comprovata esperienza, salvaguardando l'autonomia tra amministrazione e politica. La legge prevede inoltre la costituzione di società miste per la gestione di attivita' derivanti dal servizio idrico integrato, a patto pero' che gli utili derivanti dalle stesse siano reinvestiti nel servizio idrico integrato.


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