mercoledì 3 agosto 2011

L’ambiente rappresenta il nostro futuro.


L’annuncio del presidente Zaia di voler vendere le proprietà della Regione Veneto  in Cansiglio ed in tutto il Veneto non ci stupisce affatto, anzi rientra in quella filosofia che “loro” (Pdl – Lega) chiamano di mercato, dove ogni cosa di valore va data o regalata al privato, il quale forse sarà o non sarà in grado di gestirla, ma sicuramente sarà fondamentale per garantire alla “casta politica” la sua sopravvivenza e di continuare, come hanno fatto in questi ultimi decenni, a gestire la cosa pubblica come se fosse “cosa loro”.
Il problema sta proprio qui, sulla gestione pubblica delle cose pubbliche, le quali essendo un patrimonio di tutti devono essere mantenute, migliorate e messe a disposizione dei cittadini e non alienate per interessi politici, determinando danni irreparabili per la collettività.

Nel nostro paese, vi sono cose sostituibile ed altre che si possono
ricostruire,  ma la disgregazione del patrimonio "ambientale", è una perdita senza ritorno. Qui non stiamo parlando della "bellezza" astratta od etica d'un qualcosa, ne tantomeno di paesaggio, ma di prendere atto che la classe politica-industriale ha depredato volutamente e sistematicamente la pianura veneta, con un'urbanizzazione civile ed industriale massiccia, inquinando non solamente l'aria, la terra e l'acqua ma gli stessi organismi dei cittadini, causando malattie ambientali e tumori che sono la causa del dissesto amministrativo della sanità pubblica, che è uno dei capitoli di spesa più gravosi dell’amministrazione regionale.

Si è depredato la pianura, senza alcun rispetto per le persone e l'ambiente... ora forse tocca alla montagna!

Questa forse è la filosofia di Zaia, che direttamente ed indirettamente rappresenta proprio la classe politica che ha gestito la regione Veneto dalla sua nascita, pertanto non può certamente imputare ad altri le responsabilità, sia del dissesto economico del bilancio regionale sia della dissennata gestione del territorio. 
Se sue e di ciò che rappresenta sono le colpe e l'incapacità  politica è pensabile, che grazie alla vendita della cosa pubblica o di beni inalienabili, come l’ambiente,  potrà  sanare il bilancio economico della Regione Veneto, essendo proprio la sua filosofia economica e di sviluppo la causa e l’origine di tutto questo disastro?
 
Questa crisi, sta riaffermando il raggiungimento del “punto di non ritorno” ed il fallimento del modello basato sul capitale, la finanza ed una scaltra politica d’opportunità personale, perché non più sostenibile sia dal punto etico  sia da quello ambientale.
Pertanto, non è certamente vendendo le proprietà di “famiglia” che si risolveranno i problemi, ma innanzitutto cambiando modello di sviluppo, stile di vita ed evitando gli immensi sprechi che caratterizzano tutti gli enti locali ed amministrativi.

In una Regione Veneto, dove si continua a progettare nuovi mega-complessi urbani (vedi Veneto City), con un continuo aumento del traffico privato e quindi d’inquinamento, le zone protette, i parchi, i giardini pubblici e l'ambiente montano, sono la garanzia minimale di ossigeno per una sempre più asfissiata pianura. 

Pertanto pensare di svendere questo patrimonio “ARIA” e metterlo nelle mani di privati è pura follia, che tutti noi cittadini, associazioni e partiti democratici dobbiamo fermare, perché il nostro futuro è da un’altra parte, rispetto al presidente Zaia alla sua politica d’un Nord-Est disgregato ed inquinato.

Diego Pauletti, Presidente Sel Veneto.

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