Arrivano i Mostri: Veneto City
È stato siglato il 29 giugno, nella sede di Veneto Strade, l'accordo di programma tra i proponenti l'investimento di Veneto City e la Regione. Ad assistere alla firma c'era anche l'assessore provinciale, Mario Dalla Tor; ed i sindaci di Dolo e Pianiga, Maddalena Gottardo e Massimo Calzavara. Proprio questi ultimi, ieri, nei rispettivi consigli comunali, avevano fatto approvare a maggioranza l'accordo.
Veneto City diventerà il più grande affare immobiliare e contermporaneamente centro polifunzionale d’Europa e la preoccupazione per l’economia dei paesi circostanti è stata più volte sollevata dalle Associazioni di categoria dei commercianti. Il nostro paesaggio rurale verrà deturpato da torri alte 150 metri e da una città artificiale
con 40.000 presenze al giorno stimate, che di notte si svuoterà completamente.
con 40.000 presenze al giorno stimate, che di notte si svuoterà completamente.
Inoltre la diffusione di questi “non-luoghi” distrugge non solo l’identità di tutti i paesi limitrofi con una fruizione distorta del tempo libero e socialità, ma ancora peggio sposterà persone in quanto lavoratori e persone come residenti sottraendoli da tutto il Veneto determinando non solo nuove concentrazioni residenziali prive di qualsiasi caratteristica sociale e storica ma creando il deserto sui paesi e zone di origine delle persone. Con le stesse caratteristiche di concentrazione e desertificazione accadrà alle attività economiche da tutto il Veneto.
Altro problema da non sottovalutare, è che per il periodo della costruzione ci saranno aziende edili (occhi alle aziende legate alla mafia) da tutto l’Italia con migliaia di addetti, i quali saranno una presenza completamente scollegata dal punto di vista umano e sociale con i paesi della zona interessata e quindi con problematiche sia per i lavoratori (alloggi) sia per tutti i residenti.
IL TRAFFICO OVVIAMENTE...CON AUTO PRIVATE
La storia non è “acqua” ed ovviamente questo “mostro” urbano non sarà a parcheggi Zero, perché si è progettato un servizio integrato pubblico (treno, metropolitana di superficie dalle più importanti città venete ecc.) ma tutto il traffico sarà essenzialmente privato che significa 3.500 veicoli ogni ora con punte di 7.000 veicoli ora, un flusso veicolare di 70.500 veicoli al giorno (provate ad immaginare l’inquinamento).
Il Piano trasporto presentato dai progettisti prevede solo la viabilità interna all’area, ed un nuovo collegamento della variante sp 28 con la sp 25. Ma Veneto City attrarrà traffico da tutto il Veneto e da alte regioni confinanti mandando definitivamente in tilt tutta la viabilità del Graticolato, del Miranese e della Riviera. L’operazione Veneto City finirà quindi per giustificare la realizzazione di nuovi assi stradali, cementificando ulteriore suolo agricolo.
CHE “COSA” E’ VENETO CITY?
Sulla carta, sono oltre 4 milioni di metri cubi di cemento e vetro che potrebbero diventare qualsiasi cosa, le ipotesi avanzate includono, sede degli uffici regionali, un ospedale unico, il polo universitario, polo fieristico, centro ricerche. Di fatto Veneto City è una enorme operazione immobiliare che cancellerà decine di ettari di campagna veneta con la costruzione di un’intera città direzionale e commerciale di cui, però, nessuno ha ancora chiari i contenuti.
Diviso in due fasi, la prima, che copre i prossimi dieci anni, prevede la realizzazione di 500mila mq di superficie [divisi, con una certa elasticità, in 70mila metri quadri di commerciale, tra i 200 e i 300mila di direzionale, 50mila di ricettivo, e tra i 150 e 300mila di servizi, per 7.000 posti di lavoro] su di un’area territoriale di 750mila metri quadri. Valore stimato dell’operazione, sui 2 miliardi di euro; alle amministrazioni interessate andranno i contributi di costruzione - stima sui 50 milioni - e i futuri proventi dell’ICI [sui 3 milioni], ripartiti all’80 per cento per il comune di Dolo e il 20 per cento per quello di Pianiga. L'area in questione è agricola ma comunque destinata, come ricorda Endrizzi, dalla pianificazione esistente a divenire industriale, e per questo la proposta di Veneto City viene motivata come una valida alternativa all’ennesima distribuzione di capannoni.
Perché nonostante le parole, nessuno si fida più: il parere negativo della Commissione di Salvaguardia a Veneto City è stato cancellato dal presidente della Regione, e la commissione regionale VAS ha escluso che il progetto di Veneto City debba essere sottoposto alla valutazione. E già ci si chiede se arriverà prima il groviglio stradale della connessione con la nuova Romea commerciale, proprio in corrispondenza dello snodo tra A4 e Passante di Mestre, sulla punta orientale di Veneto City, o gli alberi previsti da Cucinella e Kipar che dovrebbero occupare gli spazi di campagna, in attesa dei nuovi edifici; peraltro con un paradossale effetto di museificazione del paesaggio, ridisegnando e sovrapponendo campagna a campagna (filari di alberi, corsi d’acqua) all’interno di una città fittizia, che per programma nega la mixitè funzionale tipica della vera città.
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